L’uccellino giallo: recensioni e opinioni dei lettori

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LIBERI NEI LIBRI di Mattia Marzola

Una riuscita parabola sulle gabbie della vita

“Allora è meglio l’oscurità della mente, la non conoscenza? È preferibile non conoscere, per non soffrire? – chiese l’uccellino giallo”

Una stanza, una gabbia verde e al suo interno un uccellino giallo, così inizia la favola di cui vi parlo oggi. Che è sì una favola ma non solo per bambini. La storia è quella di un uccellino giallo, della sua padrona e della sua gabbia o di quella che lui crede essere sua. L’uccellino scruta da dietro le sbarre verdi la piccola porzione di mondo che gli è dato vedere, tra cui un albero fuori dalla finestra che, spogliandosi e rivestendosi del suo fogliame, si fa emblema del passare del tempo. Tempo che l’uccellino osserva trascorrere anche sul viso della sua padrona e sulle foto che regolarmente appende nella stanza, la stessa spesso gli parla, convinta che lui non possa capire e l’uccellino risponde, cinguettando quasi come un mantra che: “l’uccellino in gabbia non canta per amore ma per rabbia”. L’uccellino dalla sua gabbia si interroga e poi invidia, invidia l’arbitrio della rondine libera di volare e attraversare lunghe distanze, invidia il mondo che può solo vedere e di cui non conosce che una piccola porzione, si interroga sui concetti di libertà e conoscenza e lo fa anche tramite il rapporto dialogico con due libri che ogni notte cadono dalla libreria per parlare con lui. Ed è così, tramite il ragionamento ed il dialogo, che l’uccellino ragiona, apprende e comprende. Ma cos’è la conoscenza senza l’esperienza empirica? può bastare a se stessa? E se l’uccellino avesse l’opportunità di volare, lo farebbe? saprebbe affrontare il mondo?

Quella che l’autrice ci regala è una favola per tutti, una riuscita parabola metaforica sulle gabbie della vita, che possono non dipendere da noi ma che altre volte sono solo mentali e tutte nostre, ci vincoliamo e vincoliamo gli altri, come dice l’autrice stessa nella postfazione “siamo in gabbia e siamo gabbie”.

Insomma: quando dipende da noi, quando la porticina è aperta, sappiamo riconoscerla? siamo davvero pronti a spiccare il volo quand’è il momento?
Una favola da leggere in un’oretta e su cui riflettere a lungo, il tutto corredato dagli splendidi disegni della stessa autrice.

Recensione di Mattia Marzola – Liberi nei Libri

Nella favola la stanza di una casa, una donna con gli occhi colore del ghiaccio, un uccellino giallo, una bella gabbietta di metallo verde scuro, una finestra che si affaccia su un giardino, il primo libro di lassù, il secondo libro di lassù e una logora bambola di pezza sono i soggetti animati ed inanimati, che creano un affascinante microcosmo. Dialogano ed interagiscono confrontandosi sull’essenzialità del loro essere, sulle potenzialità del loro operare, sul senso del loro esistere. È dal confronto-dialogo che i soggetti acquisiscono la consapevolezza di sé e degli altri e trovano filosofiche risposte a fondamentali domande su: la conoscenza, il potere, la libertà, il “peso” delle scelte, la fragilità delle “gabbie” subite e create. Il microcosmo-stanza si anima, si apre così al mondo: la gabbietta non offre altro che una piccolissima prospettiva, la stanza è solo una parte della casa, il giardino è un “fuori” circoscritto. Nel gioco tra il dentro e il fuori si intuisce un macrocosmo, che è pur sempre un microcosmo, una parte della realtà, rivolta a un altrove che non conosciamo, a un universo più grande, infinito che ci sfugge… perché “le immagini che noi stessi costruiamo del mondo, della realtà e degli altri sono foto statiche di momenti dinamici e mutevoli” (ivi, p. 79).

Dal verbale del 19 ottobre 2018 del GRIBS – Gruppo di Ricerca sulle Biblioteche Scolastiche – Università degli Studi di Padova

È già la seconda volta che leggo qualcosa di suo e tutte le volte esco con mille domande, dubbi e pensieri.
Questa è una favola per bambini ma credo che può essere letta benissimo sia dai genitori che dai nonni poiché è ricca di insegnamenti.
O meglio… Si tratta della nostra realtà quotidiana e dell’illusione di viverla realmente.
I disegni che sono realizzati dall’autrice stessa servono a rendere meglio l’idea sul concetto che vuole farci captare.
La vicenda si aggira tutta attorno ad un uccellino che si trova rinchiuso all’interno di una gabbia e quotidianamente si sporge per rimirare il mondo dalla finestra.
Crede di sapere tutto quanto, persino come sia fatto il mondo…
Giustamente intervengono due libri che cominciano a criticarlo, e a insinuare in lui dei dubbi.
Persino la sua padrona ad un tratto comincia a mutare lievemente le proprie abitudini ed un giorno esordisce con una frase che spiazza del tutto l’uccellino:
“Sono io che ho il potere di scegliere il tuo destino mio caro amico.”
Lui pensava di poter scegliere ma invece no.
Destinato a rimanere all’interno della sua gabbia.
Ma poi verso la fine la sua padrona gli da la possibilità di uscire sia dalla gabbia che dalla finestra ed esplorare realmente il mondo.
Ma l’uccellino dubita fortemente.
Quindi chi crea le nostre gabbie? Sono reali oppure delle semplici illusioni causate dal nostro inconscio, dal nostro intimo che è la parte più recondita e profonda della nostra anima?
Io sono del parere che talvolta siamo noi ad illuderci e preferiamo essere agiati nelle nostre sicurezze dubitando di noi sul futuro e sulle scelte da fare.
Ma sono dell’avviso che qualunque cosa accada bisogna provare a buttarci, a scoprire, a crescere, a sbagliare, a migliorare…

Leggi la recensione completa su le ragazze flirtano con il ragazzo cattivo

IL SALOTTO LETTERARIO di Caterina Franciosi

L’uccellino giallo è una favola dai toni molto diversi rispetto a La foresta delle illusioni. Qui l’autrice si sofferma sul discorso di sapere e conoscenza, sul credere e sul sapere, sulle gabbie esterne e interne che fanno parte delle nostre vite.

“Siamo in gabbia e siamo gabbie,” scrive Alessandra Marconato, citando sia i vincoli esterni, dettati dalle nostre famiglie e dalla società in cui viviamo, sia i vincoli interni, quelli della nostra mente e che a volte ci imprigionano più di quelli imposti dagli altri.
Quando l’uccellino apre “quella porta che fa imparare altro, di sé e del mondo” tutto cambia: la sua esistenza, il suo modo di pensare, il suo modo di guardare alle cose e di credere. Le sbarre verdi della sua (e della nostra) gabbietta sono reali, concrete, ma quando, per sbaglio o per fortuna, vengono aperte l’uccellino si ritrova sgomento.
Quando la gabbia si apre, siamo costretti a fare una scelta, cioè a “dire sì a qualcosa e dire no ad altro.” E a volare fuori, rivedendo aspetti delle nostre esistenze che forse non erano poi così scontati.
Ma – prima di tutto e soprattutto – la domanda cruciale che dobbiamo porci è: saremo in grado di riconoscere una porta aperta quando ne incontreremo una?

“La nostra mente è la nostra libertà e, allo stesso tempo, la nostra prigione”
Leggi la recensione completa ne Il Salotto Letterario di Caterina Franciosi

Le opinioni dei lettori…

Il tuo non è un libro, ma un caleidoscopio di metafore, simbolismi, allegorie. Uno all’inizio tenta di afferrare un bandolo della matassa, ma tu, con raffinata maestria, scombini ogni regola, perché regole non ce ne sono, o meglio ci sono solo quelle che ognuno vuole vedere in base alle proprie esperienze, emozioni, sentimenti.
L’uccellino, la gabbia, la donna, i libri “di lassù”, la stanza, la bambola, la casa, persino il grande albero di fronte, sono come un gioco di scatole cinesi: non sai mai cosa racchiudano.
È un libro difficile, è un libro profondo, è un libro che insegna a cercare risposte che nessun libro può dare.
È un libro che ti rimane dentro e, dopo molto tempo, i coriandoli di vita che sono sparsi a piene mani, riaffioreranno e ti daranno nuovi spunti di riflessione o, semplicemente, di comprensione.
Un grande libro, Alessandra, di cui essere fiera e da sventolare come una bandiera di originalità, genialità, vitalità.
Marco

Bello… bello… bello!
Ampliare il nostro conoscere aprendo le gabbie mentali
in cui fin da piccoli ci ritroviamo  a vivere!
Ci vuole coraggio… e un battito d’ali!
“Opera prima” “Opera seconda”…..
Opere!
Un saluto e un abbraccio nell’attesa della prossima!

Gabriele

Ciao Alessandra, ho appena finito di leggere “L’uccellino giallo” e ne sono rimasto particolarmente colpito. La cosa che mi ha più impressionato è il fatto che tu sia riuscita a descrivere mirabilmente il percorso di crescita interiore dei personaggi all’interno di un contesto ambientale statico come può essere la gabbia di un uccellino o la stanza di una casa. Mi piace tantissimo, inoltre, il fatto che col progredire della narrazione nella maggior parte dei casi i tuoi protagonisti si evolvano positivamente e in questo vedo in tutti noi un messaggio di speranza a cercare di migliorarci come persone, a prescindere dal nostro status e dal nostro ruolo. Non mancherò di regalare i tuoi libri per Natale!

Dario

Ciao Alessandra, ti scrivo “a caldo”!
Tante volte siamo portati a costruire delle gabbie verso cui orientiamo le persone perché riteniamo il nostro sapere sia maggiore del loro. Ma quante volte non vediamo le gabbie in cui ci siamo o ci hanno messi?
Volare liberi è la più grande sfida perché influenzata dalla nostra educazione che ci vincolerà sempre ma anche perché vuol dire prendere coscienza dei propri limiti, delle proprie fragilità.
La chiusa “si accorse solo allora del vero potere di chi sa e non dice” è stupenda e dovrebbe essere scritta ovunque.
Quanto, troppo spesso parliamo, per quello che crediamo e non sappiamo!
Grazie per questo viaggio Alessandra!

Mattia

Credere o sapere?
Una fiaba per adulti mai banale che porta ad esaminarsi e ad esaminare il nostro modo di rapportarsi e definire la realtà

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Una piacevole riconferma
Un viaggio all’interno di una stanza oppure addirittura dentro una gabbia? Sembrerebbe impossibile ma l’autrice si supera realizzando un piccolo capolavoro. Citazioni auliche, utilizzo sapiente delle metafore, personaggi che evolvono in un crescendo sempre più avvincente. Finale a sorpresa.

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